Si definiscono "zone LGBT-free" (in polacco: Strefy wolne od LGBT)[2][3][4][5][6][7][8] o "zone libere dall'ideologia LGBT" (in polacco: Strefy wolne od ideologii LGBT)[9][10] le municipalità e le regioni della Polonia che si sono auto-dichiarate ostili a una presunta ideologia LGBT[11], finendo per bandire le marce dell'uguaglianza e altri eventi LGBT.[3][12][13]
A giugno 2020 oltre cento municipalità, circa un terzo del totale, e cinque voivodati hanno adottato delle risoluzioni che le rendono "zone LGBT-free".[14][15]
Sulla maggior parte delle risoluzioni adottate sono state esercitate pressioni dall'organizzazione ultraconservatrice e cattolica Ordo Iuris. Benché non applicabili e principalmente simboliche, tali risoluzioni rappresentano un tentativo di stigmatizzare le persone che fanno parte della comunità LGBT.
Il 18 dicembre 2018 il Parlamento europeo ha votato, con 463 voti a favore e 107 contro, per la condanna di più di ottanta di queste zone in Polonia.[3][12][13] Nel luglio del 2020, le Corti Amministrative Provinciali (in polacco: Wojewódzki Sąd Administracyjny) di Gliwice e Radom hanno stabilito che le "zone libere dall'ideologia LGBT" stabilite dalle amministrazioni comunali di Istebna e Klwów sono prive di una valida base giuridica, sottolineando che violano la Costituzione e sono discriminatorie nei confronti dei membri della comunità LGBT che vivono in quelle aree.[16][17]
Il 29 giugno 2022 la più alta Corte Amministrativa polacca ha stabilito che i suddetti luoghi "ledono la dignità e la vita privata delle persone omosessuali", richiedendone l'abrogazione.[21]
Al 2024 non tutta la Polonia si è automaticamente adeguata all'illegittimità delle aree LGBT-free, tuttavia una città in particolare, Świdnik, si è trasformata in un importante centro LGBT-friendly grazie ai finanziamenti dell'Unione europea che ambivano ad abbattere le discriminazioni in terra polacca.[22]